Affiancare con più convinzione chi nei territori lavora per trasformare i beni confiscati in beni comuni. È la precisa scelta politica che l′associazione Una casa anche per te ha chiesto di fare a Regione Lombardia nel corso del convegno Beni grandi in Comuni piccoli, che si è tenuto oggi a Milano e organizzato per il decennale della Libera Masseria di Cisliano, esperienza simbolo di riutilizzo sociale di un bene confiscato alla criminalità organizzata.
L′incontro ha riunito rappresentanti istituzionali, operatori sociali, amministratori locali e cittadini, i quali hanno affrontato il tema della gestione dei beni confiscati nei centri di dimensioni ridotte, ponendo particolare attenzione alla sostenibilità economica e al valore sociale di questi progetti.
Nel corso dell′evento, l′associazione Una casa anche per te, che da anni opera nel campo dell′accoglienza e del riuso sociale dei beni confiscati, ha voluto rivolgere un appello a Regione Lombardia chiedendo una revisione della norma regionale, che prevede il finanziamento del solo 50 per cento per i progetti di ristrutturazione di beni confiscati situati in Comuni con oltre 5 mila abitanti.
"Cisliano ha da poco superato questa soglia demografica", ha spiegato don Massimo Mapelli, presidente di Una casa anche per te, "ma non può essere trattato alla stregua di città come Milano. Il costo della ristrutturazione della Masseria si aggira intorno ai 4 milioni di euro, una cifra impegnativa per realtà delle nostre dimensioni. Ricordo però che il bilancio regionale è di circa 34 miliardi di euro e pertanto chiediamo a Regione Lombardia un impegno concreto per assicurare che i piccoli comuni non vengano penalizzati da criteri numerici che non riflettono la specificità di ogni situazione"
L′appello è stato formulato alla presenza dell′assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa, cui spetta la delega dei beni confiscati: "Serve una norma più flessibile", ha proseguito don Mapelli, "che tenga conto delle caratteristiche dei beni oltre che del valore sociale dei progetti in atto. Libera Masseria è diventata negli anni una struttura di accoglienza e un presidio di cultura e legalità. Qui si promuove cittadinanza attiva, si accolgono persone in difficoltà, si formano giovani, si combattono disuguaglianze. Non possiamo essere lasciati soli".
Dieci anni di Libera Masseria
Nata nel 2014 su una proprietà confiscata al clan Valle-Lampada, la Libera Masseria è oggi un esempio di rigenerazione civile e sociale. In dieci anni, ha ospitato 70 persone in condizioni di fragilità abitativa, organizzato oltre 60 eventi pubblici, realizzato 23 mila ore di lavoro volontario e accolto 15 mila studenti in percorsi educativi sulla legalità. Oggi Libera Masseria è parte di una rete di 12 beni confiscati in Lombardia, gestiti con il coinvolgimento di cooperative, scuole, parrocchie e associazioni. È un progetto che restituisce spazi e dignità alle comunità e che ha bisogno di strumenti adeguati per continuare a proporre le proprie attività.